giovedì 25 aprile 2013

testo

Nell'economia della storia il mondo onirico ha un ruolo molto importante e veicola il rapporto tra la vita quotidiana di Giulio e la dimensione archetipica. Vi proponiamo sotto un brano relativo ad un incubo; buona lettura

 Giulio, da parte sua sognò di giocare a scacchi con Filippo, che continuava
a lamentarsi del tempo autunnale.
«Questo schifo di pioggia non finirà mai.» Erano in piazza Santa
Croce, appena fuori dalle mura e attorno a loro la povera gente festeggiava
un carnevale antico e verace.
«Scusa ragazzo ,ma devo pisciare» proclamava Filippo con decisione,
come spesso faceva al negozio, quando qualche bimbo non smetteva
più di domandargli qualcosa.
«Ti accompagno… ché, devo anche io» gli rispondeva lui.
«Tu sai dov’è un bagno qui vicino?» gli domandava allora l’amico,
ma Giulio non sapeva aiutarlo per cui quello proseguiva: «E va bene,
seguimi. Improvviseremo.»
Si era alzato e si era diretto lungo via Verdi, verso l’Arno. Giulio si
era apprestato a seguirlo, ma prima doveva riporre gli scacchi: «Aspettami
Filippo!» Era la classica situazione confusa dei sogni, quando
vuoi far qualcosa ma non te la lasciano fare. Si ritrovava a inseguirlo in
mezzo alla folla, adesso una massa moderna di turisti giapponesi che
ingolfavano la strada, ma quello non si fermava e pareva allontanarsi
sempre di più. La gente lo stava assediando da ogni parte, spintonandolo
in malo modo e il sogno cominciò a divenire pesante, quasi soffocante.
«Aspettami» ripeteva, in mezzo a volti anonimi di sconosciuti.
«Sbrigati» rispondeva l’altro, ma il tono della sua voce si faceva
sempre più fievole.
«Mamma!» A un certo punto gli era parso di vederla tra la folla, ma
era stato un solo attimo. «Mamma!» aveva ripetuto più forte e con una
certa inquietudine. «Dimmi figliuolo» gli aveva allora risposto una vecchia
mendicante malandata dall’alito marcio e con occhi porcini.
Urlando Giulio era scappato, sgusciando alla rinfusa tra un cane
zoppo e zuppo di urina, che forse Filippo ci aveva pisciato sopra, si era
detto, e un cestino del sudicio che pareva essere ricolmo di pane e
stracchino rigurgitato. Poi si era trovato sulla spalletta dell’Arno e un
forte vento carico di pioggia gli aveva sputato in faccia una spruzzata
d’acqua. Un istante dopo, c’era un tossico vicino a lui che gli chiedeva
con insistenza se: «C’hai du spiccioli, c’hai du spiccioli, c’hai du spiccioli.
»
Per il biglietto del treno. Indossava un cappello da strega e trafficava
con una siringa da insulina.
Si era acceso il lampo e il tuono era esploso, inzuppandolo da capo
ai piedi. Una pioggia torrenziale gli era caduta addosso, lavando tutto
ciò che lo circondava. Quindi la pioggia parve rallentare e Giulio si ritrovò
in campagna.
Era una zona palustre, la melma lo copriva fino alla caviglia, fredda
e viscida: gli ricordava creaturine morte e muschio fradicio. Una pesante
nebbia bianca e grigio chiara, appena rischiarata dalla luna, gravava
sulla vegetazione, per lo più canneti e salici e altri arbusti lacustri. Un
profondo silenzio echeggiava nella notte e i suoi passi non produssero
alcun rumore quando avanzò nella palude, tentando di orientarsi alla
meglio e non sapendo cos’altro fare.
Pian piano, davanti a sé, vide emergere nella nebbia un tratto di terreno
più solido, un’ombra compatta. Era coperto da erbe lunghe e da un
grande salice piangente, tra le cui fronde grondanti gli parve di scorgere
una piccola costruzione in muratura; doveva trattarsi di una cappellina
o di un grande tabernacolo. Voleva avvicinarsi a quella costruzione,
ma si avvide di un profilo nell’ombra dell’albero.
Osservò meglio e la vide.
Era una vecchia ingobbita dagli anni, dello stesso colore smorto della
nebbia di quella palude. Indossava una logora veste marrone resa informe
dal tempo e i suoi occhi ciechi, senza pupilla si piantarono nei
suoi. Giulio avrebbe voluto urlare, ma gli mancò il fiato che, divenuto
peso come un sasso, gli era sprofondato nello stomaco, affondato nei
succhi gastrici.
La vecchia, i lunghi capelli unti e sottili, sporadici mossi dalla lieve
brezza, sollevò una mano e lo indicò con un dito reso deforme dall’artrite,
sormontato da una lunga unghia spezzata e nera. Il terrore più profondo
lo stava letteralmente sommergendo, alla presenza di quella strega,
eppure non era in grado di far niente, né di urlare, né di fuggire. Né
tanto meno di svegliarsi, che in fondo lo sapeva, doveva trattarsi di un
sogno, sebbene fosse estremamente reale; doveva essere un sogno.
La vecchia, immobile, sempre indicandolo, parlò, ma il silenzio così
denso della palude le impedì di emettere alcun suono, eppure alle sue
parole parve che parte di quella nebbia, sopra al salice, si muovesse e
prendesse velocemente forma, condensandosi; ed ecco un corvo albino,
gli occhi di brace, fendere l’aria ad ali spiegate. Seguiva la direzione
indicata dalla vecchia e il sibilo del suo volo raggiunse le orecchie di
Giulio, un suono tenue eppure enorme nel silenzio. Il bambino parve riscuotersi,
ma non ebbe il tempo di voltarsi che l’uccello gli fu addosso
e lo colpì forte, con il duro becco sulla fronte e col pesante corpo sulla
faccia.
Giulio si svegliò di soprassalto, l’urlo ancora incastrato nelle viscere,
indeciso se risalire la faticosa scala della gola per espandersi nello
spazio, o condensarsi nei glomeruli dei reni per scivolare via con l’urina.
Perdeva piccole gocce di sangue dal naso.

Presentazione C/O Circolo Arci Girone Fiesole

Il prossimo 5 maggio, il libro verrò presentato nel tardo pomeriggio, ore 18:30 circa, presso il circolo arci del Girone, Fiesole; Firenze

sabato 20 aprile 2013

foto presentazione 15/04/2013

Come annunciato precedentemente il libro è stato presentato la sera del 15 aprile a Pistoia, ospite della cooperativa Don Chisciotte. In un clima molto intimo e accogliente l'autore ha parlato del libro e sono stati letti brani del testo






Attualmente è in programmazione una prossima presentazione presso il circolo Arci del Girone, Fiesole

mercoledì 3 aprile 2013

cena con presentazione

Il prossimo lunedì 15/04/2013, a partire dalle ore 20:00 è organizzata una cena con presentazione del libro da parte della cooperativa Don Chisciotte di Pistoia, presso il circolo arci di capostrada, via bolognese 2, Pistoia