sabato 5 gennaio 2013

Teresa

La madre di Giulio è un'altra protagonista della vicenda. Intona una voce diversa da quella del figlio nella dinamica armonica della storia. L'autore la presenta così:

Teresa era una donna semplice ma non certo di scarso senso critico
o poca intelligenza. Aveva più che altro un rapporto tormentato con l’aspetto
emozionale della sua vita,
che la santa donna di mia madre poveraccia, non aveva certo tempo
per insegnarmi come si fa
si lamentava spesso.
Si rendeva esattamente conto che qualcosa le era scivolato via e non
aveva più possesso alcuno di quel dato aspetto della sua vita.
«Se mai mio lo è stato.»
Insomma che fosse per inadeguatezza, paura o cos’altro ancora, non
avrebbe saputo dirlo, ma la sua vita sentimentale era stata fin troppo
travagliata, passata attraverso avventure una peggiore dell’altra, da un
naufragio a un ammutinamento, fino a quella frase che gli aveva detto,
giorni prima, il suo piccolo Giulio.
Già, Giulio. Si ricordava di lui sin da prima della nascita.......


Si era ritrovata improvvisamente sola, senza più un
uomo, senza amiche, senza uno spicciolo; sola con la sua disperazione.
«Beh, in realtà non sono mai stata sola, Giulio era già dentro di
me.»
E infatti si ricordava ancora con estrema chiarezza di come il suo
piccolo bambino si muovesse nel suo ventre, inizialmente con titubanza
e leggerezza, poi con sempre maggiore spavalderia fino a procurarle
dolori e fitte tali da toglierle il fiato. E il parto se lo ricordava benissimo;
della muscolatura del suo ventre tesa allo spasmo, dura e compatta,
e di quel piccolo essere che spingeva alla morte, ben più di quanto non
avesse spinto il suo solido padre quando ve l’aveva deposto, pur di
uscire da lei.
«Eppure la vita è passata e io mi sono dimenticata di camminare», si
rimproverava ancora Teresa, che in quei giorni di passione sembrava
piano piano prendere sempre più consapevolezza di un suo nuovo proposito:
basta complicarsi la vita con gli uomini.

Nessun commento:

Posta un commento